In uno sperduto lembo di terra,
presso una limpida e fresca sorgente,
tre giovani fanciulle confrontano
i loro splendidi candidi corpi
nella più completa e ingenua nudità.
La più piccola guarda le sue amiche:
turgidi seni appena abbozzati,
tonde e rosee pubertà annidate
sotto il velo della piuma nascente,
cosce snelle, lisce e ben tornite,
alti glutei come vellutate pesche.
Con agili mani spruzzano l’acqua
che a lente goccioline rotola
lungo i sinuosi rilievi dei corpi,
fra schiamazzi di gioia e di allegria.
Un improvviso rumore eccheggia,
le più grandicelle si rivestono
e veloci fuggono verso il bosco,
scomparendo nel folto degli alberi.
La più piccolina, quasi impietrita,
resta immobile nella sua innocente
e statuaria posizione… e muta.
Dall’acqua emerge una graziosa ninfa,
la naiade della fresca sorgente,
che ora dolcemente si presenta
alla fanciulla, nuda come lei.
Allora la piccola si riprende,
con impeto si getta fra le braccia
e mentre le sue copiose lacrime
scorrono sulla pelle della ninfa,
le escono di bocca queste parole:
Perchè nessuno si china e raccoglie
il fazzoletto che cade di mano?
Perchè nessuno mi dona un fiore,
un sorriso o un bacio sulle labbra?
Anche se il vento alza la mia veste
neanche un giovane mostra interesse,
la veste non si gonfia sopra il seno,
nessuno si volta quando io passo.
La naiade, guardandola negli occhi,
la consola con questi dolci accenti:
Piccola fragile creatura umana
ti agiti senza ragione alcuna
tu sei ancora troppo, troppo giovane.
Non sono le fanciulle più impazienti
coloro che per prime incontreranno,
con amore, i loro teneri amanti.
Una risposta a BELLEZZE A CONFRONTO E LA NAIADE